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martedì 22 gennaio 2013

PER LA MEMORIA AL LYCEUM DI FIRENZE PROIEZIONE DEL ‘PROCESSO EICHMANN”


PER LA MEMORIA AL LYCEUM DI FIRENZE PROIEZIONE DEL ‘PROCESSO EICHMANN”
Nell’occasione, il 24 gennaio a Palazzo Giugni, testimonianza dell’Ing. Benadì sull’impatto delle leggi razziali

La proiezione del documentario sul “Processo Eichmann”, che racconta il processo al criminale nazista da scrivania che “suggerì” alla Arendt il concetto di “banalità del male”, e il racconto di un rappresentante della Comunità ebraica fiorentina che è stato testimone dell’avvento delle leggi razziali.
E’ quanto organizzano le sezioni Sociale e Letteratura del Lyceum Club Internazionale di Firenze, in collaborazione con la Comunità ebraica di Firenze e in particolare con la presidente Sara Cividalli, giovedì 21 gennaio alle 17 a Palazzo Giugni (via Alfani 48) in vista del Giorno della Memoria 2013 in cui si commemorano le vittime del nazismo. L’ingresso è libero.
A introdurre la proiezione in dvd del “Processo Eichmann”, che fu celebrato in Israele nel 1961 dopo che il Mossad (servizio segreto israeliano) ebbe catturato Adolf Eichmann in Argentina, dove viveva sotto il falso nome di Riccardo Klement, sarà Mirka Sandiford, presidente della sezione Sociale del Lyceum di Firenze.
Seguirà la testimonianza sull’impatto delle leggi razziali da parte dell’Ing. Federico Benadì, esponente della Comunità ebraica fiorentina che ha vissuto in prima persona tale tragica esperienza.
La rassegna “Gli anni Trenta al Lyceum di Firenze e i valori della contemporaneità” è patrocinata da Provincia, Comune e Quartiere 1. Le iniziative del Lyceum di Firenze sono sostenute dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Per informazioni, Mirka Sandiford, tel: 055-3249190
Federico Benadì
Nato a Firenze nel 1924, residente a Firenze, è membro della Comunità Ebraica di Firenze. In seguito alle leggi razziali venne espulso nel 1938 dal Liceo Scientifico L. Da Vinci di Firenze, ma continuò gli studi privatamente e frequentando corsi organizzati dalle Comunità Ebraiche di Firenze e di Roma, tenuti da professori illustri a loro volta espulsi dalle scuole pubbliche. Dopo l’8 settembre 1943 fu costretto a “darsi alla macchia” fino all’agosto 1944 per non essere catturato dall’esercito tedesco, prima nelle campagne di Siena e poi a Firenze. Successivamente riuscì a laurearsi come ingegnere all’età di 24 anni.

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